martedì 20 maggio 2014

Mancavi tu all'appello

Ciao a tutti!
In questi otto mesi in Germania ho presentato su A spasso tra i Giganti molte località, grazie alle mie gite in quest'area, la Franconia, alle scorribande in Baviera e a veri propri viaggi alla scoperta della Germania, per merito della mia Verrückte Idee. Spero di aver raccontato per bene questi posti meravigliosi, aver stuzzicato la curiosità dei lettori e magari convincerli a trascorrere una vacanza in questo paese, che non è solo il motore dell'economia europea, ma anche uno straordinario paese dal punto di vista artistico, naturalistico e culturale. Non è questo l'ultimo post in cui racconto la Germania, spero vivamente di riuscire a continuare la scoperta di nuove location, stavolta con Giulia.

Il rinascimentale Rathaus di Schweinfurt

Ho voluto fare quest'introduzione perché - magari qualcuno se lo sarà chiesto - non ho mai parlato della città che mi ha ospitato in questi mesi, che mi ospiterà ancora a partire da ottobre e presso la quale lavoro. Parlo ovviamente di Schweinfurt. Ecco, i miei colleghi italiani - che Schweinfurt hanno avuto modo di visitarla - diranno: "ma che avrai mai da dire su Schweinfurt?". E invece di cose da dire ce ne sono eccome. A partire che non è triste come viene descritta anche se, va detto, non ha la stessa vivacità di altre città come Würzburg e non ha la stesso fascino di una città storica come Bamberga.

Profilo di Schweinfurt all'imbrunire, dal Maxbrücke

Però ha 1200 anni di storia, cosa che non possono vantare tutte le città tedesche. Tutto comincia nel 791, anno al quale è datato il primo documento che certifica l'esistenza di Schweinfurt. Un nome, quello di Schweinfurt, che fa discutere: "guado dei maiali", e sul quale si discute molto circa l'origine. Schweinfurt fu per secoli una città molto ricca, essendo una città "libera", indipendente dall'Impero e quindi non soggetta alla sua egemonia. Questo status di città libera perdurò fino alla riorganizzazione napoleonica: dal 1802 Schweinfurt appartiene infatti alla Baviera. Un anno chiave per la storia di Schweinfurt è il 1554, in cui la città venne letteralmente massacrata durante una guerra interna al Sacro Romano Impero, chiamata Zweiter Markgrafenkrieg, in cui diverse aree della Germania, ma soprattutto della Franconia, vennero distrutte. Tutti gli edifici storici ancora presenti a Schweinfurt sono susseguiti a questo conflitto.

Oasi di relax: lo Schweinfurter Baggersee

La seconda ondata di distruzione è legata al conflitto bellico, e dovuta alla presenza - oggi come allora - di un fortissimo tessuto industriale, la risorsa per eccellenza di Schweinfurt. Pochi sapranno infatti che qui è stato inventato uno dei primi prototipi della bicicletta. Proprio grazie a quel primo marchingegno di Philipp Fischer datato 1860 fu avviata prima la produzione di sfere in acciaio e successivamente quella di cuscinetti a sfere, il prodotto sul quale si regge l'economia di Schweinfurt - e che analizzo ogni giorno. Qui a Schweinfurt si trovano addirittura due fabbriche di cuscinetti, la tedesca FAG e la svedese SKF, la cui origine proviene dalla stessa prima officina sorta verso il finire del XIX secolo. SKF, per la quale lavoro, ha dato (e continua a dare) a Schweinfurt una fortissima impronta estetica. Sono una caratteristica peculiare di Schweinfurt infatti, le luci blu installate sul grattacielo nonché quartier generale di SKF, che di notte compongono il nome dell'azienda e si riflettono nelle acque del Meno. Un qualcosa che non passa mai inosservato a chi entra in città di notte... si vedono a chilometri e chilometri di distanza.

Marker inconfondibile della città, le luci blu che dal quartier generale di SKF si proiettano sulla superficie del Meno

Giusto, il Meno. Sicuramente uno dei motivi di maggiore interesse per chi viene a Schweinfurt. Tanti probabilmente la conoscono in quanto qui passa la Mainradweg, la ciclovia che da Kulmbach costeggia il fiume fino alla sua foce nel fiume Reno, a Wiesbaden. Il numero di persone che affolla la pista ciclabile, con bici, a piedi e spesso con i passeggini, è sintomo dell'importanza di questa città per questa risorsa. Dall'altra parte del Meno... basta attraversare per vedere Schweinfurt in una delle sue migliori cartoline. L'immagine di questa città al tramonto è qualcosa di sempre piacevole.

Il fiume Meno, in direzione Bamberg

Come molte altre città tedesche, e per di più a causa della sua natura prettamente industriale, a Schweinfurt non si è salvato molto degli edifici storici che la componevano. Molto è stato ricostruito, e uno dei risultati migliori lo si ha avuto nella Markt, la piazza centrale di Schweinfurt. Sul lato meridionale campeggia l'edificio più famoso di Schweinfurt, il Rathaus, che ha origini cinquecentesche ed è considerato una delle opere più importanti del Rinascimento tedesco nella Germania meridionale. Al centro della piazza invece si trova una statua, dedicata ad uno dei personaggi che più hanno avuto influenza sul panorama culturale tedesco e probabilmente uno dei più famosi cittadini di Schweinfurt, il letterato Friedrich Rückert.

Markt

Anche il patrimonio architettonico ecclesiale non è esente da ricostruzione: le tre principali chiese di Schweinfurt, St. Johannis, St. Salvador e Heilig Geist-Kirche sono frutto del restauro post-bellico e si segnalano per la notevole bellezza degli esterni più che per la ricchezza degli interni. Soprattutto l'ultima citata, possiede una facciata che sa sempre colpirmi, ogni giorno. E l'ho vista tante volte, trovandosi proprio di fronte alla Volkshochschule. Di notte, è inconfondibile, illuminata da luci blu che la trasformano in una stella polare quando serve orientarsi all'interno del complicato dedalo di vie che è il centro di Schweinfurt.

Illuminazione psichedelica per la Heilig-Geist Kirche

L'offerta culturale di Schweinfurt è molto importante anche grazie ai musei cittadini. Basti pensare che lungo l'autostrada A7 Schweinfurt è pubblicizzata con una frase "Industrie und Kunst", "Industria e arte". E sul cartello spicca la ruvida sagoma del Georg Schäfer-Museum, un cubo di cemento che accoglie numerose pitture ed illustrazioni di diversi artisti tedeschi come Menzel, Friedrich e Liebermann, già incontrati nei musei di arte moderna e contemporanea di Lipsia e Berlino. Dal punto di vista museale è probabilmente il luogo più interessante. Anche da un punto di vista scenografico lo è. Di fronte all'edificio, nel lato opposto alla Brückenstraße, sorge infatti l'Ebracher Hof, un'antico edificio in passato adibito a granaio, che ospita oggi la biblioteca pubblica. La struttura in vetro di fronte all'Ebracher Hof e che copre l'interrato della biblioteca è un vero e proprio must per tutti i fotografi e appassionati di fotografia che si ritrovano a Schweinfurt in una bella giornata di sole. Il perché non lo dico, dovete vederlo con i vostri occhi.

Un angolo tipico di Schweinfurt, la Ebracher Hof

I musei di Schweinfurt - visitabili con una speciale tessera a soli 10 € - portano con sé storie particolari. L'esempio che più calza è quello dell'Ernst Sachs-Bad Art Gallery, sede di una collezione permanente di opere d'arte contemporanee e di frequentate mostre temporanee. La galleria è stata infatti ricavata da una ex-piscina, che detiene il primato della più antica struttura dedicata alla pratica del nuoto in Baviera. Gli ampi spazi di questa costruzione erano perfetti per realizzarvi una mostra, e i tedeschi, con occhio sempre vigile sulle opportunità, non se lo sono fatto ripetere. Altri musei, minori per importanza, completano lo scenario: l'Otto Schäfer-Museum, dedicato alle arti grafiche; il Naturkundliches Museum, proprio davanti al Meno e dedicato alle scienze naturali; l'Altes Gymnasium Museum, che raccoglie di tutto un po' ma ha il vanto di ospitare il primo modello di bicicletta a pedale; per chiudere, il più strano, il Gunnar Wester-Haus Museum, un museo di nientepopòdimeno che...lampade ad olio.

Il museo nella piscina: è l'Ernst-Sachs Bad Art Gallery

Spero di non aver tediato troppo con il mio post su Schweinfurt. Ho forse cercato di pubblicizzarla, questo lo ammetto, però è la mia città: con ogni probabilità continuerò ad abitare qui da ottobre, e a mio modo sono orgoglioso di farne parte. Nonostante i suoi difetti, come tutti quelli che sento dai miei colleghi... "non c'è niente", "è brutta", "è morta". Non è vero, gli manca la vitalità che c'è altrove, ma non si può parlare di una città brutta. Va solo scoperta, con pazienza. E non ne rimarrete delusi!
Bis bald!
Stefano

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