mercoledì 1 aprile 2015

Road to Hamburg: e mo' so' cazzi tuoi!

Ciao a tutti!
Dopo le fatiche della corsa in palestra e delle ore trascorse sulla cyclette, credevo di potermi dedicare tranquillamente a correre lunghi e ripetute. Le temperature meno rigide e l'arrivo (finalmente!) dell'ora legale sono ottimi incentivi per continuare l'allenamento, per proseguire nella strada verso Amburgo. Dal punto di vista mentale, non vedevo l'ora di poter tornare a correre chilometri in tranquillità, con i lunghi e con le ripetute da 2-3 chilometri. Invece no. Si aggiunge, questa sarebbe l'intenzione, uno step di allenamento in più. Si alza l'asticella: se la ripetuta prevede già di per sé un consistente cambio di ritmo, questa modalità di allenamento, che fra poco descriverò, possiede un ulteriore gradiente di velocità. Trenta secondi a velocità "sostenuta"; venti secondi a velocità "alta", dieci secondi "al massimo delle possibilità". Poi, ripetere il tutto per altri sette minuti, così; un po' di riposo (tre minuti). E si ricomincia. Una mini ripetuta nella ripetuta: il beneficio è evidente, anche se non si è ancora palesato nei lunghi.


La modalità di allenamento è indubbiamente stressante, per varie ragioni. Lo è ovviamente per il corpo, continuamente sottoposto a cambi di velocità repentini, in una direzione o nell'altra. Lo è soprattutto per la mente: l'occhio è sempre sul cronometro e la mente deve compiere uno sforzo extra per capire quanto si debba accelerare o decelerare per svolgere correttamente l'allenamento. Cosa che peraltro non ho ancora ben compreso. Io arrivo a casa distrutto, e ciò mi fa pensare che sia stato efficace.
Il pessimo tempo degli ultimi giorni (potenti raffiche di vento e scariche di pioggia che cade come orizzontale - in grado a Monaco di Baviera di mettere a soqquadro la viabilità pubblica) mi ha suggerito di replicare questa modalità di allenamento sul tapis roulant. Tutto sommato l'operazione è riuscita, fissando la velocità "sostenuta" a 13-14 km/h, la velocità "alta" a 14-15 km/h e la valocità sostenuta a 15-16,5 km/h. Non ne sono uscito massacrato come nella corsa outdoor, ma il poter osservare a quale velocità si sta correndo è un buon punto di riferimento. E se alla mattina le gambe sembrano due blocchi di ghisa vuol dire che anche il tappeto mi ha messo a dura prova. Così dev'essere. Non si può pensare di correre quarantadue chilometri senza fare (molti) sacrifici prima...
Bis bald!
Stefano

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