venerdì 4 aprile 2014

Depositi

Ciao a tutti!
È ormai da qualche anno che noi italiani ci sentiamo ripetere cose del tipo “la Germania è più avanti di noi”, “la Germania è la locomotiva economica europea”, “tutti cercano lavoro in Germania perché altrove non ce n'è”, “il campionato di calcio tedesco è più interessante di quello italiano” (…). Oppure che loro sono più bravi di noi, che lo spread tra gli italici BTP e i Bund tedeschi è abissale, che i tedeschi sono più precisi ed organizzati, che tutto è più pulito…

La macchina "mangia-bottiglie"

Dopo quasi sette mesi di vita in Germania non sono ancora riuscito a cogliere veramente la chiave profonda di questo dominio. Ho però scovato una di quelle peculiarità che sì, mi fanno pensare “eh, vedi come loro sono un passo avanti a noi italiani”. Tutto si riassume in una parola: Pfand. Che in italiano significa “deposito”.
Il meccanismo è semplice: ogni bevanda è venduta al supermercato in apposite bottiglie, tipicamente in vetro ma – anche se in misura minore – di plastica. Smaltire il vetro come viene fatto in Italia, dove viene gettato dal consumatore nell'apposito cassonetto, o peggio ancora, disperderlo nell'ambiente, ha un costo altissimo. La produzione del vetro è assai costosa e il suo riciclo non è da meno in termini di dispendio energetico e per lo smaltimento naturale del vetro nell'ambiente sono necessari centinaia di migliaia di anni. Per ovviare a questo problema, in Germania hanno risolto con il meccanismo dello Pfand. Cerco di spiegare come funziona con un esempio pratico.

Differenziare come si deve: ecco un esempio

Mi trovo in Germania e voglio comprare una bottiglia di birra, cosa più che normale, specie qui. Alla cassa non mi viene fatta pagare solo la birra in sé, ma anche la bottiglia in vetro, in quanto oggetto potenzialmente inquinante. Questo sovrapprezzo è riportato sullo scontrino alla voce “Pfand”; a Schweinfurt ho sempre pagato otto centesimi di euro a bottiglia. Una volta che la birra è stata bevuta il consumatore ha due opzioni: buttare la bottiglia nell'apposito contenitore per il recupero (tra l'altro, spesso ci sono cassonetti appositi per vetri di diverso colore, portando ad un ulteriore risparmio energetico in fase di riciclo), oppure depositare la bottiglia in una apposito macchinario, comunemente rintracciabile all'ingresso di ogni supermercato. Questo marchingegno ha una bocchetta che recupera le bottiglie, ne scansiona le etichette e il relativo codice a barre. Terminata l'operazione essa produce un buono sconto, il cosiddetto Leergut, da consumare nel relativo supermercato, pari al valore del vetro depositato.

Esempio con due bottiglie da 33 cl di birra su come funziona lo Pfand: 1) assieme alla birra si paga lo Pfand, ossia il costo del contenitore (in alto); 2) l'etichetta della bottiglia riporta un indicazione relativa al recupero del vetro (in basso a sinistra); 3) si portano le bottiglie vuote nell'apposita macchina e viene erogato un Leergut, un buono sconto (vedi in basso a destra)

Quindi, non si ha un vero e proprio risparmio sulla spesa, ma è un incentivo a non disperdere rifiuti riciclabili nell'ambiente e quindi, a mantenere pulite strade, marciapiedi e aree verdi. In Italia si è ancora ben lontani dal mettere in piedi un tale sistema e non solo, siamo tra i pochi paesi dell'Unione Europea a non aver ancora adottato questo sistema di riciclo.
Questo è l'esempio che ci fa capire come i tedeschi siano veramente anni luce avanti a noi e soprattutto, come l'Italia sia in materia vero fanalino di coda. E soprattutto, un paese schiavo di sistemi corrotti: il meccanismo dello Pfand, che non è altro che il "vuoto a rendere" era pratica comune. Ora è sparito. Chi ha deciso che non è più economicamente vantaggioso? A voi la risposta...
Bis bald!
Stefano

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...