domenica 2 marzo 2014

Bucher: Padri e figli

"Un nichilista è un uomo che non s'inchina a nessuna autorità, che non accetta sulla fiducia nessun principio, per quanto sia il rispetto di cui quel principio è circondato."
Ivan Sergeevič Turgenev, Padri e figli
 

Ciao a tutti!
Il romanzo di cui mi accingo a parlare in questo post è un classico della letteratura russa dell'Ottocento. Il suo autore, Turgenev, è uno dei massimi esponenti di questo filone che detiene anche nomi del calibro di Tolstòj e Dostoevskij. Personalmente il nome di Turgenev mi era totalmente sconosciuto fino a qualche settimana fa. Ci ha pensato Giulia, con il suo amore per la letteratura russa a colmare questa lacuna. Tanto che è stata lei a regalarmi l'e-book di Padri e figli.
Padri e figli è per me il primo romanzo russo. Non mi sono mai avvicinato a questo mondo, prima d'ora, forse per la notevole lunghezza di queste opere. Turgenev differisce in questo da Dostoevskij e riesce in un'opera più condensata a descrivere meravigliosamente la borghesia russa, decontestualizzandola però dall'intorno storico del quale, a mio parere, si sente la mancanza. Seguendo le vicende di due giovani borghesi, Arcadio Kirsanow ed Eugenio Basarow, Turgenev sviluppa principalmente due tematiche: il nichilismo - termine coniato per la prima volta proprio in questo romanzo - e l'universale contrapposizione tra le generazioni.
Eugenio Basarow è il personaggio centrale del romanzo, perché meglio di altri riesce ad essere immagine di queste tematiche. E a tratti sa risultare veramente insopportabile. Basarow professa il nichilismo, quella corrente di pensiero che tende alla negazione di qualsiasi morale, perfetto esempio dell'uomo che trova nella scienza l'unica verità in grado di spiegare il mondo. Ma verrà sopraffatto, quando si imbatterà nell'amore... Basarow rifiuta il passato, i vecchi usi e costumi, e quindi ha un rapporto conflittuale con le persone della generazione precedente. Con il padre di Arcadio, con lo zio, da lui costantemente denigrati, e con i suoi genitori, gente arretrata e priva della scienza. Ancora una volta però, Basarow verrà tradito dalla sua linea di pensiero e, morente di tifo, chiederà aiuto addirittura a suo padre alla ricerca di una cura per salvare la propria pelle. In fondo è un po' così, la teoria scientifica e il progresso sono poca cosa se non trovano un senso all'interno di un'anima più... romantica.
Scrittura elegantissima e fatti descritti in maniera regale fanno di Padri e figli un nobile classico della lettura ottocentesca. Durante la sua lettura non ho trovato in me il furore che quasi ti costringe a restare di fronte al libro fino alla fine, se non nell'ultimo terzo dell'opera, quando i personaggi sono ormai ben delineati e gli eventi definiti, e la trama non è esule da qualche importante di colpo di scena. Ma il merito di Turgenev è comunque nella vena ironica che pervade il romanzo dall'inizio alla fine, e che tocca l'apice con questa frase, con la quale chiudo questo post: "L'uomo è in grado di capire tutto, e le vibrazioni dell'etere e quel che succede sul sole; ma il fatto che un altro uomo si soffi il naso in un modo diverso da quello in cui se lo soffia lui, questo non è in grado di capirlo."
Bis bald!
Stefano

Giudizio: 7/10 ««««««««««
>>> vedi commenti di Padri e figli su Scusate, devo andare a leggere.

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