martedì 18 febbraio 2014

Bucher: Walter Bonatti - L'uomo, il mito

"Quando da bambino mi chiedevano che cosa volessi fare da grande, non avevo dubbi: lo scalatore, rispondevo. Ma mi dicevano che ero matto. Tutti, a parte i miei genitori. Mi ammonivano: solo Messner e Bonatti sono riusciti a vivere di scalate ed emergere. È stato il loro esempio a farmi capire che dobbiamo essere noi per primi a credere in quello che facciamo, senza porci limiti e ostacoli. Ancora più della voglia di emularlo, Walter mi ha dato la convinzione che ciò che avevo in testa non era una semplice utopia."
Simone Moro, prefazione a Walter Bonatti - L'uomo, il mito

"Un nome noto in tutto il mondo, limpido, cristallino come le sue montagne. Un nome che conferma a un'Italia, in questo momento assai dubbiosa dei propri valori, quanto invece sia ricca di individui di fama planetaria che l'hanno fatta grande. E Dio solo sa quanto abbiamo bisogno ogni tanto di ricordarcelo."
Alessandro Gogna, prefazione a Walter Bonatti - L'uomo, il mito


Ciao a tutti!
Walter Bonatti è una pietra miliare della storia dell'alpinismo, il suo nome è scritto nelle rocce di tutto il mondo, Alpi, Himalaya, Ande. È normale pensare (per me) qualcosa tipo "chissà che figata che deve essere questo libro" e successivamente "no, lo devo prendere assolutamente". E infatti, lo prendo.
A pochi mesi dalla scomparsa della leggenda italiana della montagna, Roberto Serafin, già redattore del notiziario del Club Alpino Italiano, pubblica con Priuli&Verlucca questo saggio di grande intensità, che ci racconta il Bonatti "pubblico", quello delle grandi scalate, e quello più privato: il Bonatti solitario o il Bonatti che preferisce lasciare il segno dietro le righe di un libro o di un articolo. Il percorso che Serafin traccia lungo le pagine del suo saggio è lineare, e spazia dalle prime esperienze in Grigna fino alle ultime avventure nelle terre più inesplorate. L'analisi delle varie sfaccettature del Bonatti-pensiero è totale. Non si limita ad affrontare la spinosa vicenda della prima salita al K2, ma va a fondo nella disputa che Bonatti ingaggia con l'altro monumento vivente della montagna italiana, Reinhold Messner. E che a pochi è nota (e includo me stesso nella lista).
Probabilmente non il miglior libro per avvicinarsi alla storia di Bonatti, sicuramente un must per chi ne ha ammirato le gesta, con orgoglio ("era italiano ed era il numero uno") e quel normale senso di invidia che a volte ci fa pensare "sarebbe bello essere come lui"...
Bis bald!
Stefano

Giudizio: 9/10 ««««««««««

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