lunedì 2 settembre 2013

Due passi per Vindobona

Ciao a tutti!
Vienna è stata sicuramente la più degna conclusione di un'avventura fantastica sulle rive del Danubio. Passeggiare per la capitale austriaca a piedi stanca, come tutto ciò che comporta un'attività fisica, ma in confronto a tutti i chilometri percorsi in sella, la visita di Vienna è come starsene sdraiati in spiaggia. Dopo sei giorni sulla bici, vogliamo (legittimamente) goderci il bel tempo, questa magnifica città e le sue meraviglie, e un po' di tempo di qualità insieme. Soprattutto, senza doverci affiancare con le bici o dover urlare, spesso mentre si pedala non ci si sente.

Nel cuore pulsante di Vienna, la Stephansplatz


Che dire di Vienna... Una città multiforme, in cui diverse anime convivono senza calpestarsi più di tanto. Il romanticismo di questa città, ben rappresentato dal complesso residenziale imperiale, non si scontra con la severità visiva della area museale e dell'università; ciò che rimane dell'anima più antica nel centro storico ben si miscela con l'allegria del Prater. L'architettura, sempre di pregevolissima fattura, è un totale connubio con la natura. Nessun altra metropoli (che io abbia visto, s'intende) permette di passare dal cemento e dall'asfalto ad una natura che mai come a Vienna appare naturale e non costruita.

Il Rathaus di Vienna

Troppo poco un giorno per scoprire a fondo questa città, troppo poco per comprenderne pienamente il suo fascino e la ricchezza. A partire da quella contenuta nei suoi musei: il Kunsthistorisches Museum ha una delle più vaste collezioni di opere al mondo, l'Albertina e il Belvedere contengono alcune delle più importanti opere di Dürer e di Klimt. Proprio per questo motivo ci rendiamo conto in fretta che ci vuole molto più tempo per approfondire degnamente il contenuto di questi musei.

La meravigliosa facciata del Palazzo della Secessione


Meglio concentrarsi su qualcosa in particolare: la scelta cade sul Palazzo della Secessione viennese. Il nome mi fa pensare a chissà quale rivoluzione nata in questo posto: niente di più sbagliato. Questo palazzo non è altro che un padiglione espositivo, ma esternamente è veramente un gioiello: ricorda un tempio dell'era classica ad alto tasso di misticismo e la scritta in tedesco sopra l'ingresso ne è la dimostrazione ("A ogni epoca la sua arte, all'arte la sua libertà"). Poi, la cupola di foglie d'alloro in bronzo dorato ha un impatto visivo straordinario. Al suo interno vi trovano spazio mostre temporanee di artisti contemporanei, ma soprattutto la Beethoven Frieze di Gustav Klimt, un criptico e per questo ancor più affascinante fregio ispirato alla Nona Sinfonia.

Giochi di geometria nelle esposizioni temporanee del Palazzo della Secessione


Un'altra area di Vienna a quale non vogliamo rinunciare è quella del Prater, dove trovano spazio impianti sportivi e il famoso luna park con la Riesenrad, la ruota panoramica. In realtà la ruota è una delusione, il panorama su Vienna è assai limitato. Colpisce però il talento austriaco nel valorizzare qualcosa che apparentemente perduto. All'ingresso della Riesenrad, vi è infatti un padiglione in cui sono presenti alcune antiche cabine della ruota panoramica danneggiate a causa di un incendio: restaurate e riciclate, contengono originali plastici che raccontano, lungo un vasto arco temporale, l'evoluzione socio-culturale di Vienna e dell'Austria.

Il neoclassico parlamento austriaco

L'area più ricca di fascino è sicuramente quella che si sviluppa lungo il cosiddetto Ring, una sorta di boulevard alberato che circonda il centro storico viennese e lo collega senza soluzione di continuità all'area più residenziale. La miscellanea di generi artistici che si osserva passeggiando, sia a sinistra che a destra, è veramente densa: si passa dagli imponenti palazzi neorinascimentali in cui si trovano i musei (Kunsthistorisches Museum, Naturhistorisches Museum) al gotico Rathaus, per arrivare infine al neoclassico Parlamento. Tutto in poche centinaia di metri, tutte da gustare a piedi, all'ombra del viale alberato del Ring.

Heldenplatz

A pochi metri, si trova la meravigliosa Heldenplatz, la piazza degli Eroi. Qui il visitatore incontra il più imponente colpo d'occhio di Vienna. Proprio qui inizia la cosiddetta area imperiale dell'Hofburg, un enorme complesso che ha rappresentato il centro del potere in Austria: ci si lascia trasportare nel passato, quando Vienna era veramente la città dei sogni e dei sognatori, dei grandi musicisti e dei più importanti artisti. Basta dire un nome per far accendere la lampadina, ed è quello della principessa Sissi. Se non bastasse, le carrozze trainate dai tipici cavalli lipizzani sono il passepartout mentale per entrare nell'atmosfera di quest'epoca ormai svanita.

Nel centro storico di Vienna

Usciti dall'Hofburg si ritorna nel centro storico di Vienna, ma qui si rimane un po' a bocca asciutta. Le vie del centro sono purtroppo un brutto esempio di convivenza fra i palazzi storici e la modernità del commercio. Come mi piace definirlo, "un centro storico modernizzatosi male". Non vi è più atmosfera di impero, di sogni e di poesia. Non basta la maestosità del simbolo viennese per eccellenza, la cattedrale di Santo Stefano, ad accendere l'immaginazione del fasto che fu. E non vi riesce neanche il faccione di Mozart presente su tutti i negozi di souvenir che vendono le Mozartkugeln, le palle di Mozart, il tipico dolcetto a base di cioccolato rintracciabile in tutto il territorio austriaco.

Un bel bicchiere di rosso è ciò che ci vuole per festeggiare!


Salutiamo questa città con un bel ricordo. Quello del traguardo della ciclovia del Danubio, e quello di una conclusione stupenda della nostra vacanza in terra austriaca. Però c'è anche un po' di amarezza, la gioia di questi giorni è stata impareggiabile ed ora ci tocca, con molta spensieratezza in meno, affrontare le dure sfide della vita di tutti i giorni, e non solo. Ma questo è un altro capitolo e non merita di entrare nella conclusione di questo piccolo racconto di una giornata a Vienna.
Ci siamo comunque ripromessi di tornare presto a Vienna. Un giorno non basta. C'è ancora molto da vedere, e da raccontare, posso garantirvelo.
A presto!
Stefano

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